Guida visitare Siena

Centro etrusco, colonia romana, conosce il massimo splendore nel medioevo. Un territorio ricco di natura, storia e arte: dalle dolci colline della Valdelsa ai rilievi boscosi del Chianti, dal monte Amiata, alla Valdichiana, Cetone e Montepulciano.

Siena sorge su tre colli in tufo che danno l’impronta urbanistica a forma di Y ripartita in tre terzieri e 17 contrade. E’ una città di ripide stradine che si articolano intorno a piazza del Campo e su cui sorgono i principali monumenti della città. Già centro etrusco, Siena fu colonia militare romana. Nel medioevo prese avvio il suo più grande sviluppo e, guidata dai suoi consoli che presto sostituirono il potere vescovile, estese i suoi domini fino ad interferire con gli interessi di Firenze. Ne nacque uno scontro cruento che si concluse con la vittoria dei guelfi fiorentini nel 1269: Siena fu costretta a rinunciare ad ogni mira espansionistica e l’antica aristocrazia si ritirò a favore dei mercanti guelfi appoggiati da Firenze. I consoli lasciarono il potere al Governo dei Nove che resse il potere dal 1287 al 1355. Il cambiamento politico si tradusse tuttavia in un fiorente sviluppo delle art : sorsero il Palazzo Pubblico, la Torre del Mangia, il Palazzo Tolomei e venne ripresa la costruzione del Duomo interrotta nel 1339 a fronte del faraonico progetto del Duomo Nuovo. La pittura senese raggiunse i massimi livelli con i capolavori di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti. La peste del 1348 causò un brusco arresto dello sviluppo della città che ne ridusse i tre quinti della popolazione. Si susseguirono una serie di governi brevi ed inefficienti fino al 1487 quando la signoria di Pandolfo Petrucci il Magnifico prese il potere garantendo un ultimo periodo di lustro alla città fino al 1512. Con l’epoca moderna Siena fu occupata nel 1559 dopo un lungo assedio dagli Spagnoli di Carlo V. Gli accordi di Cateau-Cambrésis del 1559 sancirono la caduta definitiva della Repubblica a favore del dominio mediceo.
Siena da non perdere

    Piazza del Campo
    Palazzo Pubblico
    Palio di Siena
    Battistero
    Piazza del Duomo
    Duomo di Siena
    Spedale di S.Maria della Scala
    Loggia della Mercanzia
    Via di Città
    Chiesa S.Agostino
    Palazzo Piccolomini
    Castellare degli Ugurgieri
    Logge del Papa
    Basilica S.Maria dei servi
    Palazzo Tolomei
    Oratorio di S.Bernardino
    Santuario della Casa di S.Caterina
    Basilica di S.Domenico
    Musei da visitare a Siena
    Museo civico
    Museo dell'Opera Metropolitana
    Pinacoteca Nazionale

Piazza del Campo

Piazza del Campo è il principale spazio pubblico della città dall’età comunale. Occupa il sito dell’antico foro romano e costituisce una delle più belle e celebrate piazze, create nelle città italiane in epoca medievale. Caratteristica è la forma a conchiglia, sottolineata dalle nove strisce lastricate in pietra grigia in memoria del Governo dei Nove, al quale si deve la costruzione della piazza stessa e del Palazzo Pubblico, elemento di maggior rilievo del complesso architettonico. La piazza sorge su un avvallamento naturale, nato dall’unione dei tre colli su cui sorge la città. La piazza si chiude a sud-est con la Torre del Mangia e ai lati è delimitata da una cerchia di palazzi trecenteschi che la isolano dal traffico urbano. La Torre del Mangia, esulando da qualsiasi funzione religiosa, ha da sempre rivestito il ruolo di torre civica della città. Costruita tra il 1325 e il 1348, si narra che le pietre ai quattro angoli della torre contengano monete portafortuna con incise lettere ebraiche e latine, usanza medievale che preservava le torri da fulmini e sventure. Elementi artistici di rilievo sono la trecentesca Cappella di Piazza ai piedi della torre, il maestoso palazzo Sansedoni, il merlato palazzo d’Elci e la scultorea Fonte Gaia opera di Jacopo della Quercia dalla quale sgorgava l’acqua convogliata dalla campagna alla città attraverso un sistema idrico di 25 km. Immortalata da Dante nel Purgatorio, piazza del Campo era fulcro della vita della Repubblica senese : in essa si tenevano assemblee popolari, si celebravano vittorie, si festeggiava con tornei e spettacoli. Oggi il ricordo del mondo antico riecheggia negli entusiasmi del celeberrimo Palio che si svolge il 2 luglio e il 16 agosto sulla monumentale scenografia del Campo.

Palazzo Pubblico

Piazza del Campo converge verso il palazzo Pubblico, capolavoro di architettura gotica civile eretto tra il 1297 e il 1343 probabilmente su progetto di Maestro Giovanni. Il palazzo ha mantenuto pressoché invariato l’aspetto originario ad eccezione di alcuni ampliamenti nel ‘600, attribuibili principalmente a Carlo Fontana. Da residenza della Signoria e del Podestà, oggi il palazzo è sede della pubblica amministrazione e del Museo Civico. La facciata presenta una parte inferiore in pietra, ritmata da archi senesi e una parte superiore in laterizio con due ordini di trifore, coronata da merli e un grande disco di rame raffigurante il monogramma di Cristo datato 1425, ricordo della predicazione di San Bernardino che aveva luogo nella piazza. La Cappella di piazza ai piedi della Torre del Mangia, è una loggia marmorea iniziata nel 1352 su progetto di Domenico Agostino per voto, durante la peste del 1348, e completata tra il 1463 e il 1468. Il palazzo oggi custodisce opere d’arte di rilievo tra cui la Maestà di Simone Martini e il Buono e il Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti. Numerosi sono inoltre i dipinti italiani risalenti al XVI secolo ed esempi di ceramiche senesi.

Palio di Siena
Il Palio di Siena

Il Palio è la manifestazione più importante di Siena e si svolge ogni anno il 2 luglio (Palio di Provenzano) e il 16 agosto (Palio dell’Assunta) in piazza del Campo. La corsa del Palio è di chiara matrice medievale e si svolge ininterrottamente da più di cento anni, sebbene alcune fonti attestino l’esistenza di corse con cavalli già dal Seicento. Attrazione di grande richiamo per milioni di turisti da tutto il mondo, rappresenta per i senesi un evento parte della loro vita fin dalla nascita. Il Palio è una manifestazione molto complessa che si è arricchita di regole e pratiche nel corso del tempo. Una delle  difficoltà per i fantini è sicuramente la montatura a cavallo “a pelo” ossia senza sella. Come 17 piccole città, le contrade sono una realtà gerarchicamente organizzata con leggi e costumi che conservano inalterati nel tempo la loro forza e il loro significato. Ogni contrada occupa una zona determinata ed è contraddistinta da uno stemma facilmente individuabile passeggiando lungo le vie della città. Delle 17 contrade solo 10 possono concorrere alla gara. La corsa parte dalla zona della piazza delineata da due funi chiamata Mossa. Le prime 9 contrade, il cui ordine è stabilito a sorte, prendono posizione tra le funi, la decima entra invece a rincorsa stabilendo così l’inizio della gara. La fase della partenza può essere estremamente lunga: la competizione tra Contrade è, infatti, molto forte e inaccettabile sarebbe veder vincere la contrada nemica. I cavalli devono percorrere tre giri della piazza superando alcuni punti insidiosi come la stretta curva di San Martino spesso teatro di scontri o cadute. Il primo cavallo che taglia il traguardo vince anche se “scosso” ossia senza fantino. I contrada ioli vittoriosi si recano con il Drappellone, simbolo della vittoria che verrà esposto dai vincitori nel proprio museo, alla Chiesa di Provenzano o al Duomo per il ringraziamento. In contrada i senesi condividono passioni,interessi, occasioni di vita sociale e il museo di contrada è una casa comune dove vengono conservati con orgoglio i beni donati dai membri. I contrada ioli si sentono così membri di una sorta di estensione della famiglia biologica, uniti indissolubilmente dal senso di appartenenza ad un bene di interesse comune.

Battistero San Giovanni

Il battistero, dedicato a San Giovanni il battista, benché meno famoso dell’omonimo a Firenze, ha assolto per secoli alla medesima funzione di chiesa battesimale della città. Eretto tra il 1316 e il 1325, da Camaino di Crescentino, padre di Tino di Camaino, è situato alle spalle del duomo di Siena sotto le campate terminali del Coro del Duomo. La facciata, in marmo bianco con tre grandi portali, è in stile gotico e fu ultimata quasi a completamento di quella del Duomo, con la quale compete in bellezza, intorno al 1830. Diviso in tre navate con volte a ogiva affrescate, il Battistero costituisce uno degli esempi più rappresentativi dell’arte quattrocentesca senese.
Tra gli affreschi spiccano quelli eseguiti da Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta collocabili tra il 1447 e il 1450, raffiguranti Profeti e Sibille, gli Apostoli e le verità della fede cattolica. L’attrattiva di maggior rilievo è il Fonte battesimale posto al centro del battistero, al quale hanno lavorato i più importanti artisti del quattrocento italiano. Il progetto della scultura in marmo è attribuito a Jacopo della Quercia che scolpì i pannelli in bronzo a decorazione della vasca raffiguranti scene della vita del Battista con la partecipazione di artisti del calibro di Lorenzo Ghiberti, Donatello, Turino di Sano, Giovanni di Turino. Il ciborio è decorato da quattro angeli musici in bronzo opera di Donatello e di Giovanni di Turino mentre la statuetta del Battista e i bassorilievi a decorazione sono opere di Jacopo della Quercia. Di squisito sapore rinascimentale è la formella del Donatello raffigurante il banchetto di erode, che esprime la sua personale tecnica del bassorilievo detto “schiacciato” e la differenziazione dei piani prospettici.
Orari d'apertura:
dal 01/03 al 31/05: 9,30 - 19,00
dal 01/06 al 31/08: 9,30 - 20,00
dal 01/09 al 01/11: 9,30 - 19,00
02/11 al 28/02: 10,00 - 17,00
Chiuso nei giorni: 1° gennaio, 25 dicembre

Piazza del Duomo

Piazza del Duomo costituisce il polo religioso della città comunale e allo stesso tempo si contrappone e integra la funzione civile di Piazza del Campo. L’originaria cattedrale del IX secolo è stata sostituita dalla costruzione, nel 1230, di un nuovo edificio intitolato a Santa Maria. Nel Trecento, però, la chiesa fu completamente trasformata soprattutto dall’ampliamento del transetto, nell’ambizioso tentativo di trasformare il duomo in un maestoso tempio della cristianità in grado di oscurare quello di Firenze. Del folle progetto, interrotto per la peste del 1348 e per le sopraggiunte difficoltà economiche oltre al crollo di alcune strutture, rimane traccia nelle strutture erette sul lato sinistro del Duomo attuale : nella cosiddetta "Facciatona", nelle colonne delle navate, e in parte del fianco sinistro. In esso si trova lo splendido portale ogivale, esempio del gotico senese, con la quattrocentesca scalinata di Giovanni Sabatelli che conduce al sottostante Battistero di San Giovanni. Fallita la nascita del Duomo Nuovo, ripresero i lavori del vecchio edificio integrando con forme gotiche la parte dell’originaria facciata di Giovanni Pisano. Dalla Facciatona si apre uno dei panorami più spettacolari sulla città .Curiosa è la mancanza di antenne sui tetti delle case : Siena infatti è una città cablata e tutte le informazioni passano nel sottosuolo attraverso una fibra ottica. Altro gioiello custodito nella Piazza del Duomo è Santa Maria della Scala, uno dei più antichi ospedali del mondo, oggi centro culturale noto a livello internazionale.

Duomo di Siena

Dedicato all’Assunta, il duomo di Siena è uno dei massimi esempi di architettura medievale in Italia. In stile gotico ma con significativa impronta romanica, fu edificato tra il XII e il XIV secolo nel periodo di pieno splendore della Siena medievale. La sua realizzazione fu possibile grazie all’aiuto di molti contadini che trasportarono grosse lastre di pietra bianca e nera dalle cave che si trovavano fuori dalla città. La direzione dei lavori fu affidata ai monaci di San Galgano, influenzati dai parametri costruttivi d’oltralpe già utilizzati nelle abazie cistercensi sparse in Italia. Il duomo fu oggetto di diverse modifiche e ampliamenti nel corso dei secoli. La facciata, frutto di sapiente mescolanza di stile romanico o gotico, è ricca e dinamica con tre grandi portali sormontati da cuspidi triangolari e un rosone centrale. La parte inferiore della facciata e la maggior parte delle statue sono opera della scuola di Giovanni Pisano mentre la parte superiore in stile gotico fiorito è attribuita a Giovanni di Cecco. Molte delle statue della facciata sono state sostituite da copie: gli originali sono conservati presso il Museo dell’Opera della Metropolitana che si trova nella navata incompiuta del duomo. Il particolare campanile eretto alla fine del XIII secolo è di chiara fattura romanica e richiama la muratura della chiesa con la striatura bianca e nera. L’interno della chiesa è di straordinaria suggestione: a croce latina con tre ampie navate su pilastri che reggono le volte azzurre con stelle d’oro. La navata centrale, con il notevole slancio verticale e l’illuminazione creata da finestroni a trifore, è di chiara ispirazione gotica. Lo straordinario pavimento marmoreo è formato da 56 riquadri raffiguranti scene sacre e profane, opera di oltre 40 artisti tra cui il Beccafumi e il Pinturicchio. La cupola a pianta esagonale è arricchita da sei statue dorate di santi sormontate da una galleria cieca con 42 patriarchi e profeti dipinti nel 1481 dalle botteghe di Guidoccio Cozzarelli e Benvenuto di Giovanni. Nel transetto di destra si trova la cappella barocca del grande maestro Gian Lorenzo Bernini e sul secondo altare del transetto la Predica di San Bernardino opera caravaggesca di Mattia Preti. Da non perdere il bellissimo coro ligneo con specchi intarsiati di Fra’ Giovanni da Verona e una delle più antiche vetrate di creazione italiana realizzata su disegno di Duccio e raffigurante storie della Vergine. Il celebre pergamo in marmo bianco capolavoro di Nicola Pisano e allievi è situato nel transetto sinistro e alle spalle del pergamo si apre la cappella di S. Ansano con il monumento funebre del cardinale Petroni opera goticadi Tino di Camaino e la lastra tombale sul pavimento capolavoro in bronzo di Donatello. All’inizio del transetto sinistro si ricordano la cappella di età rinascimentale di Giovanni di Stefano con la statua bronzea di San Giovanni Battista opera di Donatello e dipinti cinquecenteschi del Pinturicchio. All’estremità della navata sinistra si trova la Libreria Piccolomini voluta dal cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, papa Pio III, per conservare la biblioteca dello zio, papa Pio II. In essa spiccano gli affreschi del Pinturicchio (1509) che illustrano scene della vita di Pio II e l’Incoronazione di Pio III. Dopo la libreria, il maestoso altare Piccolomini con statue di San Paolo, S. Pietro, San Pio e San Gregorio opera di Michelangelo tra il 1501 e il 1504.
Orari d'apertura:
Dal 01/03 al 31/05: Feriali 10,30 - 19,30 Festivi 13,30 - 17,30 Dal 01/06 al 31/08: Feriali 10,30 - 20,00 Festivi 13,30 - 18,00 Dal 01/09 al 01/11: Feriali 10,30 - 19,30 Festivi 13,30 - 17,30 Dal 02/11 al 28/02: Feriali 10,30 - 18,30 Festivi 13,30 - 17,30

Spedale di S.Maria della Scala

L’Ospedale, detto della Scala per essere situato di fronte alla scalinata del Duomo, è un grandioso edificio eretto dalla fine del 1200, ampliato e rimaneggiato nei secoli successivi. Il Santa Maria rappresenta uno dei primi esempi di ricovero ed ospedale con una propria organizzazione autonoma per accogliere ed assistere pellegrini, poveri e fanciulli abbandonati. Sebbene una leggenda medievale senese ne attribuisca la mitica fondazione ad un calzolaio, la sua istituzione è da attribuirsi ai canonici del Duomo. Sin dalle origini la vita e l’autonomia dell’ente era regolata da uno statuto di tale efficacia da essere preso a modello da Gian Galeazzo Visconti e dal duca di Milano Francesco Sforza i quali inviarono a Siena i propri emissari per studiarne l’organizzazione e la gestione. Nel Quattrocento la gestione del complesso passò al controllo diretto del Comune. Oltre alla funzione assistenzialistica, il Santa Maria assolveva un’importante ruolo in ambito culturale tanto da essere considerato polo artistico della città insieme al Palazzo Pubblico e alla Cattedrale. Il prestigio dell’istituzione è sottolineato dall’impegno della committenza che, fin dall’inizio, ha investito il proprio contributo a sostegno delle molteplici attività svolte dall’ospedale: ne è testimonianza il grande ciclo a fresco sulla facciata esterna realizzato da Simone Martini, Ambrogio e Pietro Lorenzetti, purtroppo andato perduto, la serie di affreschi della grande sala del Pellegrinaio e la decorazione dell’abside della chiesa dipinta da Sebastiano Conca nel Settecento. Il Santa Maria ha cessato da tempo la funzione di ente sanitario assistenziale e l’ amministrazione Comunale sta svolgendo importanti azioni volte a recuperare l’antico complesso, importante sede del collezionismo senese. All’interno la struttura conserva i caratteri due-trecenteschi : notevole è la grande sala d’infermeria del Pellegrinaio,vano completamente affrescato fra il 1440 e il 1444 con scene di vita quotidiana dello Spedale opera di artisti quali Domenico di Bartolo, Priamo della Quercia e il Vecchietta. Da visitare la chiesa di S. Maria della Scala fondata prima dell’Ospedale e inglobata in seguito all’interno. Di origine duecentesca la chiesa fu rinnovata nel 1466. Di rilievo è la statua bronzea del Cristo Risorto splendida opera del Vecchietta, lo scenografico affresco dell’abside del barocco Sebastiano Conca, l’Oratorio di Santa Caterina della Notte con il bel coro ligneo del Quattrocento, e gli affreschi quattro-cinquecenteschi della Confraternita della Madonna sotto le Volte Altre sale dell’edificio ospitano il Museo Archeologico Nazionale con collezioni di famiglie nobili e l’Accademia senese dei Fisiocritici che documenta la storia della civiltà senese dalle origini all’epoca romana. Degna di nota la collezione numismatica che espone monete etrusche, umbre, laziali e romane. Santa Maria della Scala è in continua evoluzione artistica e culturale attraverso iniziative e progetti volti a elevare l’antico ospedale a riferimento privilegiato della cultura europea per arte tecnologia, ricerca e servizi.

Loggia della Mercanzia

Loggia della Mercanzia sorge sulla Croce del Travaglio principale incrocio viario della città antica, punto in cui convergono le vie principali della città : via Banchi di Sopra, Via Banchi di Sotto e via di Città. Palazzo della Mercanzia fu costruito fra il 1428 e il 1445 da Sano di Matteo e Pietro del Minella. L’edificio è un tipico esempio dello stile senese del ‘400 che testimonia il passaggio, con chiari elementi ancora tipicamente gotici, dall’epoca medievale a quello rinascimentale. La loggia era luogo di trattative per banchieri e mercanti: si sviluppa su una serie di ampie arcate su capitelli e pilastri imponenti e una parte superiore dell’edificio costruita nel XVII secolo. Ricca è la decorazione : i pilastri sono impreziositi da statue di Santi alloggiati in nicchie opera del Vecchietta e di Antonio Federighi, le volte sono abbellite da affreschi e stucchi cinquecenteschi. L’interno conserva due banchi marmorei con rappresentazioni in rilievo opera di Federighi e Urbano da Cortona.

Via di Città

E’ una delle vie più importanti del centro, fiancheggiata da palazzi nobiliari del XIV e XV secolo e da bei negozi. Il toponimo ne suggerisce l’antica destinazione: percorrendo il tracciato probabilmente etrusco, via di città era diretta al nucleo antico della città alto-medievale con il Castellum Vetus, il Castellum Sanctae Mariae residenza del Vescovo, la Cattedrale e l’antichissimo Spedale della Scala. Tra le residenze aristocratiche e monumentali che fiancheggiano la via si trova il trecentesco Palazzo Patrizi, sede dell’ antica Accademia degli Intronati fondata nel Cinquecento per promuovere lo studio della storia, delle lettere e delle arti della provincia e dell’antico Stato senese. Al numero 89 si trova il palazzo Chigi-Saracini iniziato nel XII secolo, parzialmente rifatto nel XVIII, restaurato nel Novecento, oggi ospita l’Accademia Musicale Chigiana, scuola di perfezionamento degli studi musicali fondata nel 1932 dal conte Guidi Chigi-Saracini. Il palazzo conserva inoltre la collezione Chigi-Saracini con opere d’arte di pregio e una ricca biblioteca con materiale prevalentemente musicale. Più avanti sulla destra si trova il Palazzo Piccolomini , detto delle Papesse, splendido esempio di architettura fiorentina rinascimentale e oggi sede del Centro per l’Architettura Contemporanea, e Palazzo Marsili che in pieno Quattrocento fu rifatto in forme ancora gotiche, creando forte contrasto stilistico con Palazzo Piccolomini.

Chiesa S.Agostino

Costruita nel 1258 la chiesa ha subito ripetute modifiche nel corso dei secoli e dopo l’incendio devastante del 1747, venne rifatta tra il 1747 e il 1755 su disegno di Luigi Vanvitelli. Al 1819 risale il portico di Agostino Fantastici che unisce la chiesa al convento. L’interno dell’edificio a una navata conserva l’impianto neoclassico vanvitelliano e presenta una serie di altari in marmo policromo cinqu -seicenteschi sormontati da pale dipinte. Tra i numerosi capolavori d’arte senese si ricordano la Madonna in Trono con il Bambino e i Santi affresco di Ambrogio Lorenzetti nella Cappella Piccolomini, la Crocifissione del Perugino, affreschi di Francesco di Giorgio e Luca Signorelli recentemente riscoperti nelle Cappelle Bichi

Palazzo Piccolomini

Palazzo Piccolomini è il più imponente palazzo privato di Siena. Si trova in Via Banchi di Sotto ed è uno dei pochi esempi di edifici in puro stile rinascimentale fiorentino. Iniziato nel 1469 da Pietro Paolo Porrina per volontà di Giacomo e Andrea Piccolomini, nipoti di Enea Silvio Piccolomini (Papa Pio II), il palazzo fu probabilmente progettato da Bernardo Rossellino, importante architetto dell'epoca. L’edificio presenta una maestosa facciata in pietra a leggero bugnato con due stemmi dei Piccolomini, ed è coronato da un elegante cornicione decorato con le armi del casato; evidenti sono le similitudini sia con Palazzo Rucellai, di Leon Battista Alberti, sia con Palazzo Piccolomini di Pienza del Rossellino. Oltre agli uffici finanziari e alla Direzione provinciale del Tesoro, Palazzo Piccolomini è sede, dal 1858, dell’ Archivio di Stato che annovera circa 60.000 pergamene di enorme valore, antichi atti e codici dell’ XIII secolo e documenti di Stato datati 1100- 1800. L’edificio,inoltre, ospita il Museo delle Tavolette di Biccherna, una preziosa raccolta di tavolette su legno dipinto usate come copertura dei registri contabili di Biccherna e della Gabella, antiche amministrazioni finanziarie senesi. Tra gli autori dei 105 esemplari esposti, si ricordano le miniature di artisti del calibro di Francesco di Giorgio Martini, Taddeo di Bartolo, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Domenico Beccafumi.

Castellare degli Ugurgieri

Da uno stretto passaggio in via S. Vigilio si accede alla corte, un intatto ambiente medievale unico esempio sopravvissuto che testimonia l’originale processo di formazione delle città. Nei secoli attorno al Mille, i feudatari senesi abbandonata la campagna per la città, divennero da signori di guerra, signori in commercio, riunendosi in potenti consorterie formate da tutte le nobili famiglie della casata. La corte è serrata entro alte case tra le quali spicca la casa-torre degli Ugurgieri, riconoscibile per la parte inferiore in pietra e quella superiore in laterizio con ampie aperture gotiche a bifore.

Logge del Papa

Le logge furono edificate nel 1462 su volontà del pontefice umanista Pio II Piccolomini per farne dono alla sua famiglia. Furono realizzate su progetto dell’architetto e scultore Antonio Federighi e strutturate in tre ampie arcate in travertino di fattura rinascimentale,sorrette da colonne corinzie dominate da un alto attico. Con Palazzo Piccolomini, le Logge costituiscono uno dei rari esempi di architettura rinascimentale nella città di Siena.

Basilica S.Maria dei servi

La chiesa di S. Clemente in Santa Maria dei Servi sorge su una scalinata che domina i quartieri sud-orientali della città. Fu iniziata nel XIII secolo dai Serviti che si insediarono a Siena nel 1234 e fu consacrata nel 1533. Presenta una semplice facciata in mattoni, aperta da un portale e due rosoni. Il campanile romanico del XIII secolo, ricostruito nel 1926, è decorato da quattro ordini sovrapposti di finestre monofore e quadrifore. La chiesa fu oggetto di ampliamenti tra il XIV e il XV secolo come testimonia l’interno a croce latina dove il transetto e l’abside in stile puramente gotico si unisce all’impronta di stampo rinascimentale delle tre navate. La basilica custodisce opere di notevole valore tra cui la Madonna del Bordone di Coppo di Marcovaldo tendenzialmente in stile bizantino, datata 1261 e parzialmente ridipinta da un allievo di Duccio di Buoninsegna, Scene della vita di San Giovanni Battista, affreschi alle pareti attribuiti a Pietro Lorenzetti ed altri, la Madonna di Belverde di Jacopo di Mino del Pellicciaio e l’Adorazione dei Pastori (1404) di Taddeo di Bartolo.

Palazzo Tolomei

Palazzo Tolomei sorge sull’omonima piazza ed è il più antico dei palazzi privati di Siena. In stile gotico, l’edificio costituisce un esempio rappresentativo di dimora civile del Duecento. Già documentato nei 1205, il Palazzo è stato oggetto di restauro dopo il 1267. Presenta una notevole facciata a due piani con un massiccio portale e due ordini di bifore rettangolari sormontate da archi acuti . Il suo aspetto maestoso e severo ricorda la grandezza della famiglia Tolomei, importante casato nella città di Siena per la posizione politica di rilievo nel partito dei Guelfi. La famiglia è tristemente nota per la vicenda di Pia, celebrata da Dante nel V canto del Purgatorio nella Divina Commedia.

Oratorio di S.Bernardino

Fu costruito nel XV secolo nel luogo dove il grande Santo senese, Bernardino degli Albizzeschi, era solito predicare. Vissuto tra il 1380 e il 1444, Bernardino, nonostante la nascita a Massa Marittima, fu detto da Siena perché la città era il luogo d’origine della sua famiglia e in particolare perché a Siena aveva operato per lungo tempo la Riforma dell’ordine francescano con lo scopo di pacificare le opposte fazioni politiche in lotta per il potere. L’Oratorio è composto da una parte superiore ed una inferiore. La cappella inferiore è stata decorata nel Seicento da artisti senesi; di particolare interesse è quella superiore per il soffitto e le pareti in legno e stucco che fanno da cornice a splendidi affreschi delle Storie della Vergine opera di Girolamo del Pacchia, del Beccafumi e del Sodoma. In alcuni locali adiacenti collegati alla struttura è stato recentemente allestito il Museo Diocesano di Arte Sacra che conserva una preziosa collezione di opere provenienti dalle chiese e dai conventi della diocesi senese. Il percorso illustra l’evoluzione artistica e spirituale della città. Della raccolta fanno parte tavole del XIII e XIV secolo, affreschi di Ambrogio Lorenzetti tra cui si ricorda la Madonna del Latte, tavole del Sodoma e del Riccio, il Cristo Portacroce opera del Beccafumi. Sono inoltre esposte sculture e oggetti d’oreficeria.

Santuario della Casa di S.Caterina

Caterina Benincasa prese a cuore la riforma spirituale, combattendo la corruzione della Chiesa. Fautrice del rinnovamento morale dei costumi del clero e del popolo, esortò capi di stato, di ordini religiosi e gente comune ad intraprendere un cammino di rinascita spirituale. Riuscì a convincere il papa insediato ad Avignone a ricollocare il seggio papale a Roma. Fu canonizzata da Pio II nel 1461, nel 1939 proclamata da Pio XII patrona d’Italia con San Francesco d’Assisi e compatrona d’Europa nel 1999 da Giovanni Paolo II. La sua casa natale fu trasformata nel 1466 dal comune di Siena in un santuario dove venivano custodite le reliquie della Santa e opere d’arte di notevole fattura. Si accede al santuario attraverso il Portico dei Comuni, così denominato perché ogni comune d’Italia avrebbe contribuito alla sua costruzione donando simbolicamente un importo pari al costo di un mattone. Il portico fu costruito nel 1941; di antico è rimasto solo il pozzo in travertino risalente alla fine del Quattrocento, inizio Cinquecento. Attraverso un atrio attribuito a Baldassarre Peruzzi si accede all’oratorio del Crocifisso, con il duecentesco Crocifisso di scuola pisana di fronte al quale la Santa avrebbe ricevuto le stimmate. A sinistra si trova l’oratorio della cucina : in origine era la cucina della famiglia Benincasa e al posto del focolare oggi si eleva un altare. Di rilievo è il quadro raffigurante le Stimmate di Santa Caterina (1496) opera di Bernardino Fungai e alle pareti episodi più salienti della vita della Santa realizzati da Alessandro Casolani, Arcangelo Salimbeni, Francesco Vanni, Pietro Sorri e Rutilio Manetti. In una stanza a sinistra dell’oratorio è conservata una collazione di pezzi unici in porcellana e ceramica che hanno contenuto l’olio per la lampada votiva durante le Feste in onore a Santa Caterina. Nell’oratorio della Camera si trova il capolavoro Cinquecentesco di Girolamo di Benvenuto Stimmate di S. Caterina. Accanto all’oratorio, la cella in cui abitava la Santa e una cella attigua in cui si trovano alcune reliquie tra cui la borsa in seta che contenne la testa di Caterina quando fu staccata dal corpo sepolto a Roma e portata a Siena, gli oli utilizzati per lenire i dolori dei malati di Santa Maria della Scala e il bastone della Santa.

Basilica di S.Domenico

La Basilica di San Domenico, sempre legata al culto di Santa Caterina, domina la piazza omonima dalla quale si gode una magnifica vista sul Duomo e sulla Torre del Mangia. L’imponente architettura è in mattoni tipica degli ordini mendicanti, lo stile gotico si manifesta pienamente nelle forme scarne e severe. Presenta una pianta a croce egizia con imponente navata coperta a capriate e transetto con molteplici cappelle. Iniziato nel 1226, fu ampliato nel Trecento e portato a termine del 1465. A seguito di un incendio, la chiesa fu restaurata nel 1531 e nel Settecento, per ragioni di instabilità, fu abbassato il campanile. A destra entrando,nell’altare della Cappella delle Volte, fu collocato l’affresco raffigurante Caterina di Andrea Vanni, ritenuto il solo ritratto fedele alla Santa. Segue la cappella di Santa Caterina decorata da bellissimi affreschi del Sodoma (1477-1549); di Francesco Vanni sono i beati Raimondo da Capua e Tommaso Nacci nell’arco d’ingresso in basso e La Santa libera un’Ossessa alla parete destra.
Sull’altare della cappella il tabernacolo marmoreo realizzato da Giovanni di Stefano che contiene la Sacra Testa di Santa Caterina. Al termine della navata si ricorda trova l’opera di Francesco di Giorgio Martini, l’Adorazione dei Pastori e la Madonna in Trono col Bambino benedicente attribuita a Pietro Lorenzetti. La prima cappella del transetto a destra del coro ospita il trittico Madonna con Bambino e Santi di Matteo di Giovanni. Nella seconda cappella a sinistra è stata recentemente ricollocata la Maestà di Guido da Siena testimonianza del primo fiorire della pittura senese del XIII secolo. All’altare maggiore sono degni di nota il tabernacolo e i due angeli marmorei realizzati da Benedetto da Maiano. Si ricorda inoltre, nella seconda cappella del transetto di sinistra Santa Barbara in trono (1479) di Matto di Giovanni.

Musei da visitare a Siena

Museo civico

Il museo civico si trova all’interno del Duecentesco Palazzo Pubblico, esempio di architettura gotica civile e sede del potere comunale senese. Il museo, istituito negli anni Trenta del secolo scorso, conserva numerosi capolavori di pittura e scultura di straordinario valore artistico attribuiti alla famosa scuola senese. La sala del Mappamondo , per lungo tempo sede del Consiglio Generale della Repubblica, rappresenta il cuore del palazzo. Deve il suo nome alla perduta mappa rotante dipinta da Ambrogio Lorenzetti raffigurante l’antico territorio della Repubblica. Sullo sfondo la grandiosa Maestà magistralmente realizzata da Simone Martini e primo capolavoro noto del pittore. Dello stesso autore il ritratto del condottiero Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montematerassi, affresco celebrativo della politica espansionistica senese in quegli anni. Nella attigua sala della Pace o dei Nove, dove un tempo si riuniva il governo dei Nove che incaricò nel 1337 Ambrogio Lorenzetti di affrescare la sala con il ciclo noto come L’Allegoria del buono e cattivo governo, il primo grande ciclo profano della pittura italiana. Segue la sala dei Pilastri con i dipinti più antichi del museo, opere della scuola senese tra il XIII e il XV secolo tra cui la Strage degli Innocenti del 1482 di Matteo di Giovanni e la vetrata di San Michele Arcangelo attribuita ad Ambrogio Lorenzetti. La sala del Concistoro illustra ancora il soggetto della giustizia e dell’amor patrio, opera di Domenico Beccafumi e Taddeo di Bartolo, con chiaro riferimento al ciclo del Buon governo del Lorenzetti. Segue la Sala del Risorgimento, nota come la Sala di Vittorio Emanuele II, inaugurata nel 1890 : le pareti sono totalmente affrescate con episodi dell’Unità d’Italia, opera di pittori senesi di fine Ottocento. Al piano superiore si trova la Loggia dei Nove che si apre su piazza del mercato e sulla campagna senese e conserva i pannelli marmorei originali della fonte Gaia opera di Jacopo della Quarcia.

Museo dell'Opera Metropolitana

E’ ospitato in un edificio ricavato nel ‘400 da quelle che originariamente dovevano essere le prime tre campate della navata destra del Duomo Nuovo. Il museo ospita opere d’arte e frammenti architettonici provenienti dalla facciata del Duomo nonché dal Battistero e dagli oratori di San Giovannino, di San Gennaro e San Giovanni Battista. Tra le opere più importanti si ricordano il tondo di Donatello raffigurante una Madonna col Bambino, un bassorilievo di Jacopo della Quercia, disperso e recuperato nel 1972 e la celebre Maestà di Duccio di Buoninsegna del 1311 commissionata per l’altare maggiore dl Duomo e lì rimasta fino al 1505. La tavola raffigura su un lato la Madonna col Bambino e sull’altro scene della Vita di Cristo ed è considerata un’opera fondamentale nello sviluppo dell’arte europea del primo Trecento, per il distacco dalla fredda convenzionalità degli schemi bizantini e l’espressività creata nello spazio pittorico attraverso l’uso del colore. Le due metà della tavola vennero separate nel 1771 per consentire la visione di entrambe le parti Altre opere di rilievo sono il trittico con la Natività della Vergine di Pietro Lorenzetti e la duecentesca tavola della Madonna dagli Occhi Rossi davanti alla quale venne consacrata la città prima della battaglia di Montaperti nel 1260

Pinacoteca Nazionale

La galleria ha sede nel palazzo Buonsignori edificio di costruzione quattrocentesca e radicalmente restaurato nel XIX secolo in stile neogotico. In esso sono esposte in ordine cronologico le più importanti collezioni della pittura senese dal XII alla prima metà del XVII secolo. Il percorso museale inizia al secondo piano dove si possono ammirare i polittici e la preziosa Madonna dei Francescani di Duccio di Boninsegna, la Madonna della Misericordia e la Madonna col Bambino opere di Simone Martini, le imponenti tavole di Pietro e Ambrogio Lorenzetti e il gruppo scultoreo ligneo dell’Annunciazione di Jacopo della Quercia. Nelle sale dedicate alla pittura del Quattrocento le opere di Francesco di Giorgio Martini, due tavolette paesaggistiche già attribuite ad Ambrogio Lorenzetti ed accostate dalla critica più recente al Sassetta. Il primo piano raccoglie le esperienze pittoriche a cavallo tra ‘400 e ‘500 tra cui si ricordano le imponenti pale del Beccafumi dal gusto squisitamente manieristico, le più pacate narrazioni del Sodoma e i dipinti del Pinturicchio. Le tele del Seicento sono state allestite in quattro sale che presentano una panoramica completa della cultura pittorica del periodo di cui citiamo Francesco Vanni, Niccolò Tornioli, Rutilio Manetti. Al terzo piano è esposta la collezione Spannocchi nucleo che raccoglie dipinti estranei alla produzione senese ma omogenei per provenienza con opere fiamminghe, tedesche, olandesi e dell’Italia del Nord nell’arco di due secoli. Tra i molti capolavori spiccano il San Girolamo di Albrecht Dürer realizzato tra il 1471 e il 1528 e la Natività di Lorenzo Lotto collocabile tra il 1480 e il 1556.